Hania Rani, libri acquistati, le solite cazzate di Orsini

 

Che bello ascoltare Hania Rani mentre stiravo dopo il lavoro. La gatta che dorme. La pioggia che scende. La tristezza che ho dentro al corpo. E domani sarà una giornata massacrante. E volevo essere una brava persona prima degli esami ma non ce l'ho fatta. Non ne ho molta voglia. Lascio le buone abitudini ad altri.

...

E uscito dal lavoro sono andato in centro per prendere La Lettura, il romanzo di Giorgio Fontana, la raccolta di scritti di Bernard-Henry Levy, l'ultimo romanzo della mia amata Reza (una dei migliori/migliori scrittori/scrittrici viventi per me) e un numero fantastico ma davvero fantastico di linus e ve lo consiglio davvero, alla faccia di tutti quelli che... e lascio perdere.

...

Non guardo la tv se non qualche roba casuale, Chicago PD se non lavoro, il ciclismo. Non me ne frega proprio un cazzo del tale Orsini ma qualche giorno fa ho letto che per tale professore sarebbe meglio vivere per i bambini sotto una dittatura che sotto le bombe. Ecco, a me nel 2022, mi viene da vomitare a sentire che un "professore" pronunci queste frasi. Si potrebbe parlare di pace, di libertà. Ha poi aggiunto che suo nonno ha vissuto sereno durante il Ventennio. Forse vallo a dire agli ebrei finiti nei campi di concentramento. Forse vallo a dire alla mia nonna paterna. Il mio bisnonno era un muratore socialista, tisico, che non aveva la tessera del fascio. E spesso, quando passavano davanti a casa sua i fascisti bussavano e gli mollavano qualche manganellata, pugni, olio di ricino. A gratis. Gente che conosceva bene. Mia nonna, nata nel 1924, perse il sonno a vedere suo padre picchiato selvaggiamente. E ogni volta che andava a trovarlo al sanatorio, ormai giovinetta e bellisisma faticava a sostenere i palpeggiamenti delle guardie fasciste che cercavano roba sospetta. Ormai anziana, quando ce lo raccontava le tremavano ancora le mani e le saliva il magone quando mi raccontava del mio bisnonno Enrico steso a terra, preso a calci e pugni da un branco di fascisti, con lei che tiene la mano ai suoi fratelli e sorelle mentre la mia bisnonna piange con la guancia gonfia per uno schiaffo preso per aver difeso suo marito.

Basta davvero.

Pensa alle afghane caro Orsini, pensa agli uiguri. Pensa a tutte le famiglie di quelli che vivono sotto le dittature mentre stai bello al comodo negli studi televisivi e fai il pensatore critico, il pensatore che mette in dubbio l'ordine mondiale. Il candidato perfetto per il mondo del cazzo grillino.

Avresti dovuto incontrare mio nonno, partigiano, antifascista e anticomunista. 

Avresti dovuto incontare i suoi occhi stanchi per l'orrore vissuto durante il fascismo, la dittatura, i campi di prigionia, le città rase al suolo. Avresti dovuto incontrare la sua pacatezza. Il suo vivere lateralmente. Il suo quasi sparire. La sua bontà. La sua voglia di andare a combattere anche quando stava per morire.

Avresti dovuto ascoltare i racconti di mia nonna felicissima per lo sbarco in Sicilia e l'attesa, l'attesa per la liberazione e le sofferenze necessarie patite durante i bombardamenti.

Basta davvero.

Fine.

E sulla mano sinistra ho ben quattro ulcere che spurgano pus e una sul collo.

Tutta colpa dei popcorn.

E per questo lasciate stare, altrimenti divento una bestia.

 

Commenti