Shannon Pufahl, Cavalli elettrici, ricordi e finalmente due giorni liberi dal lavoro

 


Dopo il lavoro e un paio di tuffi nel lago sono andato in libreria per acquistare questo romanzo che avevo puntato da un sacco di tempo e quando ci sono di mezzo ippodromi, cavalli (mio nonno era un fanatico del Totip e mi coinvolgeva spesso nei suoi ragionamenti fantasiosi e a mia memoria vincemmo solo una volta... ma questa roba fa parte dei segreti che si teneva) , fantini, bische, gioco d'azzardo casinò e il giochino della corsa dei cavalli a me sale subito la fame:

e ricordo ancora la volta che andai al Casinò di Lugano pochi mesi dopo che mia madre era morta. Facemmo qualche puntata nei vari giochi e poi ci dedicammo ai cavalli. Lui vinse qualcosa ma aveva gli occhi gonfi di lacrime mio padre. Una entreneuse cercò di consolarlo e lui sorrise di fronte al bicchiere di Prosecco che poi sarei stato io a pagare. Di quella notte ricordo che camminammo sul lungolago prima di accompagnarlo in albergo. Io ero ubriaco. La mia compagna sconsolata. Il giorno dopo andai a prenderlo in albergo e girovagammo la città e i dintorni e poi lo portai a mangiare il risotto con la luganighetta nel ristorante che lui e mia madre amavano. 

Sono trascorsi un sacco di anni ma sembra ieri.

E il mio dolore non se n'è mai andato.

E nemmeno quello di mio padre.

E nemmeno quello della mia compagna per le sue perdite e sofferenze che durano da una vita.

Si va avanti fino a quando ci troveremo un minimo di senso. 

Ma finalmente domani e dopodomani sono libero. 

Finalmente due giorni liberi. E finalmente due giorni liberi attaccati.

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