Non fa bene tornare al passato; un altro romanzo deludente; Buongiorno, Madame Céline; Piano Magic

Dopo aver mollato l'università nel 1999 ho lavorato per tanti anni in una Cooperativa sociale per l'inserimento sociolavorativo di disabili e persone svantaggiate. Mi avevano accolto in un momento durissimo della mia vita e devo tantissimo al Presidente e a tutta quella comunità. Da un contratto a tempo determinato, raggiunsi poi l'indeterminato, fino a diventare socio e a vedermi assegnata qualche responsabilità. Me ne andai stanco dai ritmi massacranti, da una piega che non mi stava piacendo e tanti altri motivi. In Cooperativa ho trovato bellissime persone, ho imparato ad ascoltare e a migliorare la mia manualità.

Ieri dopo tanti anni ho deciso di farci un salto, visto che dista poche centinaia di metri dalla casa dove vivo mio padre. E avrei preferito non farlo. In primisi per le brutte notizie che ho ricevuto: la mia migliore collega e donna alla quale ho voluto tanto bene che ha appena divorziato dopo un matrimonio molto molto problematico, la mia amatissima collega cubana a casa in malattia per un mieloma e piena di debiti per colpa dello sciagurato che si era presa come compagna ma anche perché tutte quei dubbi che avevo sulla Cooperativa e che speravo sarebbero stati corretti sono diventati realtà.

Sostanzialmente è diventata una piccola fabbrica, con lavorazioni molto complesse e anche di qualità ma che lasciano poco spazio a possibili percorsi lavorativi di persone con difficoltà. Non solo. Nessun tentativo di inserire persone con problematiche diverse. Insomma è una semplice fabbrica che, per l'amor di Dio, permette a tre persone disabili di lavorare e portarsi a casa qualche soldo ma che ha perso lo spirito sociale, quella spinta formativa che la caratterizzava quando ci lavoravo. Un posto che garantisce sicurezze a chi già ci lavora. E lo so che non è un posto come gli altri ma forse dovrebbe togliere Cooperativa Sociale e darsi un nome nuovo.

Ieri la mia migliore ex collega ha detto che ho ragione ma che ormai essendome andato e non essendo piu' socio devo accettare la situazione per quella che è.

E me ne sono andato strappando il foglietto col suo nuovo numero di telefono.

Ormai è un mondo morto e sepolto.

E finalmente ieri l'ho accettato.

Come tante, quasi tutte, del passato.

Sono tornato a casa e ci ho bevuto sopra bevendo forse troppe birre.

Oggi mi hanno scritto per il Venticinquesimo della Cooperativa. Ho cestinato la mail. Senza rispondere.

Fine.

...

 

Altro romanzo che era partito bene ma che poi si è afflosciato. Scontato, patetico e con un finale che avevo intuito da una vita. Non è che parlare di stupri, snob, boxe, club esclusivi di Cambridger, silenzi conniventi renda per forza interessante o meritevole di considerazione un romanzo. Anzi, Il club mi è risultato proprio indifferente. E non capisco come romanzi del genere possano godere di tanta attenzione e applausi. Un prodotto perfetto per questi anni di costante indignazione e intrattenimento.

...

Uno dei sogni della mia vita è andare finalmente un giorno sulla tomba di Céline e portargli qualcosa di mio. E magari passare anche dalla sua casa a Meudon. Oggi, guardando la tappa del Tour in Danimarca, ho pensato a lui e alla sua fuga per rimanere in vita.


 

E nei prossimi giorni mi arriva questo libro che sono molto curioso di leggere e che bella che era Lucette:

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Che disco. Cazzo.


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