"Carver Country - Il mondo di Raymond Carver (Einaudi)

 

Lo considero un amico. Ho versato lacrime riguardando e rileggendo questo libro. Ovviamente l'alcool mi porterà nella tomba. Anche se dovessi smettere succederà e basta. Voglio un bene dell'anima a Raymond Carver. 

 Uscito dal lavoro verso le 14 non riuscivo a smettere di pensare a questo libro e mi sono fermato a bere un paio di birre in un bar fuori dal cinema. Ho ascoltato una donna seduta a un tavolo affianco che per telefono mollava il suo compagno e intanto cercava la fortuna negli Helvetica. Si è voltata e mi ha detto che puzzavo di popcorn ma avevo la faccia di uno che ha i numeri giusti per il Lotto. Non ho risposto ma le ho pagato da bere prima di tornare a casa. Difficile dimenticarsi le vesciche che aveva sulle mani quella donna.

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Una foto coi consigli di scrittura di Carver e poi un estratto da una poesia che mi sta molto a cuore:


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“Mio padre era ubriaco

ed era in cucina con una donan che non era sua moglie e neanche

mia madre. Questa donna, lo giuro, gli stava seduta

sulle ginocchia e beveva una birra. Una donna

a cui mancava un pezzetto di dente

davanti. Ha aboozzato un sorriso mentre si alzava

in piedi. Mio è rimasto dov'era e mi fissava

come se non riconoscesse più suo figlio. Ehi,

cosa c'é, ragazzo?, ha detto. Cosa t'è successo,

figliolo? Sbattendo contro il lavaello, la donna si è leccata le labbra

ed è rimasta in attesa della prossima mossa.

Anche mio padre era in attesa, lì al suo solito posto

al tavolo di cucina, mentre il gonfiore dei pantaloni

pian piano diminuiva.

Siamo rimasti tutti in attesa meravigliati

delle sillabe balbettate, delle parole che si attaccavano

come l'angoscia che mi si riversava dalla bocca tenera e scorticata.” (da "La cucina")


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