Cimiteri e Alessandro Barbano, garantismo, Radio Radicale, Edward Allen

Ieri sono passato nei miei cimiteri insieme a mio padre. Ho salutato mia madre, i miei nonni, i miei zii e parenti, Flavio che mi ha dato la possibilità di ripartire dopo un momento nero, Evelyn che mi faceva perdere la testa alle medie ma come ogni volta sono tornato a rivivere con violenza quell'estraneità che provo sempre nel mio paese e che mi rende simile a mio zio morto nel 1944, a mia madre, a mio zio trombettista che voleva fuggire in Argentina, a mio nonno partigiano antifascista e anticomunista, a mio zio Antonio "il mio Marco Biagi" (e quanto mi manca discutere di politica con mio zio che andava a trovare un posto di lavoro per tutte le operaie e operai che perdevano il posto di lavoro e lasciamo stare perché sull'umanità dei lavoratori ho dei dubbi atroci...) e  e alle mie nonne insofferenti a tutto e che odiavano la mentalità di paese. 

Non ho alcuna voglia di essere seppellito nel mio paese d'origine e ho fatto di tutto per evitare chiacchiere, incontri anche se poi 

Non ho figli e nipoti e non mi interessa essere dimenticato.

Non mi dispiacerebbe diventare cibo per lupi, volpi, predatori, vermi ma anche compost o ceneri o sbattuto in una discarica. 

Scomparire e basta.

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E ieri mentre tornavo in Italia riascoltavo in auto l'audio di Stampa e regime su Radio Radicale condotta da Alessandro Barbano. Incredibile. Totalmente condivisibile la sua analisi. Impeccabile. E poi alla fine tornato a casa ho trovato questo libro prezioso di Nessuno tocchi Caino. 

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Dopo ore e ore a preparare popcorn anche se mi lavo e sto a mollo nella vasca mi resta addosso quest'odore fortissimo e ho pensato a un bellissimo romanzo che lessi secoli fa nell'edizione de Il Saggiatore e che è da poco stato riproposto da Mattioli 1885.

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