Appunti sparsi: patrioti, un bellissimo pezzo di Gianfranco Franchi, musica

Che noia il mondo contemporaneo che ha bisogno di uniformare, ripulire, chiarire tutto, spogliarsi di possibili fraintendimenti, cancellare, rassicurare. Che noia questa decisione a Bologna di uniformare la toponomastica cancellando la parola patriota e sostituendola per tutti con partigiano. La grande paura della destra. La grande paura...

Vedete, mio nonno è stato un partigiano e si è sempre sentito anche un patriota. Non si vergognava di usare il termine. Io mi rifaccio a lui e mi rifaccio anche a questo giornale di Giustizia e libertà. La sua patria era piccola. La sua piccola patria. Ma gigantesca. Europea. Quanto sognava gli Stati Uniti d'Europa mio nonno. Il modello svizzero. E non si vergognava mai di andare a messa. Tutte le domeniche. Giacca, cravatta, cappello che si toglieva sempre davanti alle donne. La sigaretta in bocca. Il giornale. Il vino bianco. Il tuo amico contrabbandiere. Moby Dick, Il Mondo, la depressione, l'ameba intestinale e gli spettri delle persone che aveva ucciso che non lo mollavano mai.

Ah nonno, come non ti sarebbe piaciuto questo tempo così pulito e mortificante.

Che noia totale, mi avresti detto.


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Un bellissimo pezzo di Gianfranco Franchi sulla marcia a Roma del 10 marzo in sostegno del Tibet.

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Un po' di musica:


 

 e il nuovo di Emidio Clementi e Corrado Nuccini: "Se ne sta immobile accanto alla valigia sfasciata" e

i Verdena:


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