Leggendo "Terreno comune" di Naomi Ishiguro (Einaudi) e i Rom

 

Un bel romanzo questo di Naomi Ishiguro ma peccato per qualche concessione di troppo alla retorica, a slogan politici poco convincenti e per una parte finale e risolutiva che ho trovato un po' debole ma riscattata dalle ultime righe ma quest'opera che vive dell'amicizia lunga un decennio fra un ragazzino inglese e un un altro rom mi ha smosso tanti ricordi.

Quando frequentavo l'asilo e le elementari e in parte anche le medie era normale che ogni anno arrivasse una carovana di rom che si stabiliva nei campi incolti a poce centinaia di metri dal palazzo dove sono cresciuto. Sto invecchiando e i ricordi cominciano piano piano a confondersi ma non potro' mai dimenticare la bambina/ragazzina rom che ogni anno entrava nella mia classe e si fermava per qualche settimana insieme a noi. Non ricordo il suo nome ma ricordo quanto io e lei e altri due miei compagni avessimo stabilito con lei un rapporto di amicizia e divertimento. Ogni anno ci rincontravamo e giocavamo insieme. Proprio come nel romanzo di Ishiguro era la madre di questa bambina rom a volere che sua figlia studiasse, imparasse a leggere, costruisse le basi per un rapporto diverso con gli Altri.

Quasi tutti ci guardavano storti. 

Nessuno li voleva in paese.

Ma i miei genitori non mi ruppero mai le scatole.

Mia madre preparava torte, coniglio, lumache, cassoela.

La sua comunità perplessa di noi tre bambini che giocavano con quella ragazzina che è stata la mia prima vera amica e anche qualcosa di diverso, il mio primo amore.

L'ho rivista una volta a Milano.

Tantissimi anni dopo.

Fu lei a riconoscermi.

Era diventata una donna mentre io pensavo solo alla morte.

Mi corse incontro e mi abbraccio'.

Stazione Centrale.

Le sue amiche, parenti, non so chi fossero la guardarono perplesse.

"Andrea", mi disse accarezzandomi.

Rimasi in quell'abbraccio per un tempo che sono diventati anni, decenni, che sono la mia vita.

Di tutto il resto che qualcuno avrà da ridire non mi interessa.

Sono lo stesso bambino del cazzo di allora.

E mai cambiero'.

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