Nessuno tocchi Caino - PER LE PRIGIONI DELLA CALIFORNIA UNA RIFORMA NORVEGESE

Nessuno tocchi Caino news
 
Anno 23 - n. 13 - 01-04-2023

Contenuti del numero:

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : PER LE PRIGIONI DELLA CALIFORNIA UNA RIFORMA NORVEGESE
2.  NEWS FLASH: ANNIENTATO DAL CARCERE E DAL 41 BIS, SONO SALVO GRAZIE ALLO STUDIO
3.  NEWS FLASH: SOMALIA: 10 AL-SHABAAB CONDANNATI A MORTE NEL PUNTLAND
4.  NEWS FLASH: INDIA: RILASCIATO DOPO 28 ANNI DI CARCERE PERCHE’ COMMISE GLI OMICIDI DA MINORENNE
5.  NEWS FLASH: EMIRATI ARABI UNITI: GRAZIATA ISRAELIANA CHE ERA STATA CONDANNATA A MORTE PER DROGA
6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


PER LE PRIGIONI DELLA CALIFORNIA UNA RIFORMA NORVEGESE
Valerio Fioravanti su Il Riformista del 31 marzo 2023

Questa è la terza volta in poche settimane che da questa pagina vi parliamo del governatore “liberal” della California Gary Newsom.
Prima vi abbiamo detto che sta trasferendo tutti i 671 detenuti dal più popoloso braccio della morte degli Stati Uniti a carceri “normali”, poi che ha posto il veto alla libertà condizionale per Sirhan Sirhan, l’uomo che nel 1968 uccise Kennedy Jr., e ora ne riparliamo perché ha annunciato una riforma penitenziaria “sul modello norvegese”.
Newsom sembra finto, nel senso buono del termine. È un uomo bianco, alto, decisamente bello, socio in affari con la famiglia Getty, titolare di una serie di ristoranti, alberghi, wine bar et similia che nel complesso impiegano oltre 700 persone, una dichiarazione dei redditi a 6 zeri. E’ in politica apparentemente da sempre, visto che all’età di 55 anni è già stato per 7 anni consigliere comunale, per altri 7 sindaco di San Francisco, per 8 vicegovernatore, per 4 governatore, ed essendo appena stato rieletto, lo sarà anche per i prossimi 4.
Sposato 2 volte, 4 figli, laurea in scienze politiche in una università dei gesuiti (Santa Clara University) grazie a una borsa di studio per meriti sportivi (baseball), e un semestre universitario trascorso come “visiting student” a Roma.
Nella sua biografia c’è anche scritto che all’inizio del percorso scolastico aveva dovuto affrontare “gravi problemi di dislessia”. Secondo me non è vero, ce l’hanno messo solo per renderlo più umano.
Comunque sia, il 17 marzo, all’interno del penitenziario di San Quintino (da non confondere con Alcatraz, che si trova su un’isola nella baia di San Francisco, prigione già chiusa dal 1963, oggi meta di turisti), ha tenuto una conferenza stampa in cui ha annunciato “una radicale riforma della politica carceraria californiana, ispirata al modello norvegese, che sarà fortemente improntata alla riabilitazione”. Ora, i giornalisti americani non hanno le idee molto chiare su cosa sia il “modello norvegese”. Noi sappiamo che in Norvegia l’ergastolo non esiste, e quel pazzo di Breivik, che nel 2011 uccise 77 giovani legati al partito laburista, è stato condannato alla pena massima prevista in quella nazione: 21 anni. Condanna confermata in Cassazione, e Breivik ha già depositato le sue prime istanze di scarcerazione anticipata, per il momento respinte perché, il giovane continuando a ritenersi “il salvatore del cristianesimo”, non sembra ancora pronto per essere reins
 erito nella società.
Per i giornalisti americani invece il “modello norvegese” è caratterizzato da “carceri di massima sicurezza dove le celle sembrano stanze per studenti, con sedie, scrivanie, persino televisori, e i detenuti hanno accesso alla cucina e attività come il basket”. Questa descrizione un po’ superficiale sembra attribuire molta importanza al televisore, o forse alla cucina, non è chiaro. Newsom però sembra aver intuito qualcosa di più, visto che in conferenza stampa ha notato: “La Norvegia ha un bassissimo tasso di recidiva”. E con questo in mente ha riepilogato la sua idea: sto creando un Modello Californiano, un nuovo modello per la sicurezza e la giustizia che sarà di esempio per l’intera nazione.
“Annuncio che la prigione statale di San Quentin – la prigione più antica e famosa della California e sede del più grande braccio della morte negli Stati Uniti – sarà trasformata da un carcere di massima sicurezza in una struttura unica nel suo genere incentrata sul miglioramento della sicurezza pubblica attraverso la riabilitazione e l’istruzione.
Il carcere, che sarà ribattezzato ‘Centro di riabilitazione di San Quentin’, sarà trasformato sotto la direzione di un gruppo consultivo composto da esperti statali e di fama mondiale in riabilitazione e sicurezza pubblica, con la partecipazione di persone sopravvissute al crimine, ex detenuti, e funzionari penitenziari.
Lo sforzo storico di San Quentin, mai portato avanti su questa scala negli Stati Uniti, servirà come modello nazionale per promuovere un sistema giudiziario più efficace che costruisca comunità più sicure. La California sta trasformando San Quentin – la prigione più famosa dello stato con un passato oscuro – nella struttura di riabilitazione più innovativa della nazione, focalizzata sulla costruzione di un futuro più luminoso e più sicuro”.
Rimane l’enorme problema di migliaia di detenuti californiani condannati all’ergastolo: secondo un recente studio del Public Policy Institute, sarebbero circa 33.000. Speriamo che Newsom si ricordi che il “modello norvegese” prevede soprattutto pene “ragionevoli”.

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

ANNIENTATO DAL CARCERE E DAL 41 BIS, SONO SALVO GRAZIE ALLO STUDIO
Angelo Caruso* su Il Riformista del 31 marzo 2023

Mi chiamo Angelo Caruso, sono ininterrottamente detenuto da quasi vent’anni con l’ergastolo ostativo, il 4 bis. Sono stato per quattro anni al 41 bis e complessivamente sono stato isolato per sei anni, a volte per mesi e mesi senza parlare con nessuno. Il 41 bis spegne i rapporti con le persone che ami, crea una distanza incolmabile.
La mia famiglia ha vissuto quegli anni con un profondo struggimento, soprattutto mia figlia che ho lasciata con la prospettiva di restare per sempre senza un padre.
In carcere ho lavorato molto su me stesso e ho trovato un grande aiuto nello studio che ha dato spazio e nuovi orizzonti alla mia mente. Mi sono laureato in sociologia con una tesi che ha per titolo “Le problematiche dell’infanzia”.
Vorrei poter riparare al danno che ho prodotto alla società. Scrivo sperando di raggiungere i giovani, gli studenti, con la testimonianza del mio vissuto deviante che mi ha portato al carcere a vita sperando che la mia storia sia da monito e da esempio di un fallimento, quello del crimine, che comporta oltre alla perdita di coscienza, la rinuncia alla vita.
Il male che ho fatto non è scomparso, fa parte del mio essere stato, ancora un tarlo, uno strappo indelebile. Ho inviato il racconto della mia vita ad alcune università, mi sono rivolto a coloro che saranno i tutori della società di domani, cui sarà affidato il compito di debellare il crimine per salvare i ragazzi che si scontrano con la subcultura delle mafie e a volte – per le cattive compagnie, il bisogno di dimostrare a tutti di essere qualcuno, la paura di dire ‘no’ a chi, forte di una malsana autorevolezza, ti induce ad azioni criminose in assenza di esempi solidi e positivi – si perdono.
Purtroppo, anche il carcere difficilmente ti salva da te stesso e anche i pochi che riescono a uscirne con una progettualità sana avranno la vita segnata per sempre.
La conoscenza, la partecipazione, il dialogo, la comprensione, l’istruzione, il racconto di esempi di tragedia come la mia, sono strumenti di cambiamento.
Dopo tanti anni in carcere e le ferite che ho inferto alla mia famiglia sento che la mia faticosa strada verso la pienezza del recupero è finalmente giunta a destinazione.
Il carcere è sofferenza, il tuo corpo patisce continuamente ogni tipo di privazione, la fame, il freddo, il caldo. Ogni momento del vivere è una rinuncia a te stesso, umiliazioni, solitudine, smetti di essere ciò che sei, senti di perdere la tua identità, di essere diventato un numero su cui pesa lo stigma di ciò che hai fatto e il disprezzo della società.
Oggi ho la piena consapevolezza delle ferite prodotte dai miei errori, non solo alle vittime dei miei reati e alle loro famiglie ma anche ai miei cari e, soprattutto, a mia figlia alla quale so di avere fatto molto male. La mia presa di coscienza si è costruita nel tempo insieme alla comprensione sofferta di ciò che sono stato, attraverso la fede e lo studio.
Mi rivolgo ai giovani, agli studenti ma anche ai docenti che sappiano infondere nell’educare i ragazzi una piena consapevolezza e un lucido senso di responsabilità presentando loro l’orrore della devianza e le conseguenze drammatiche che essa comporta perché nessun figlio debba più vivere le conseguenze tragiche delle scelte criminali di un genitore.
Mi piace pensare a una società in cui quando qualcuno cade rovinosamente si provi ad aiutarlo a rialzarsi. Chiedo perdono dal profondo dell’anima per il male che ho fatto allo Stato, alla società tutta, alla terra siciliana e al mio paese, Lentini - Carlentini, alle Istituzioni che ho tradito con i miei crimini. Rinnego con tutta la forza che posso il mio passato da appartenente a un sodalizio mafioso e prendo le distanze da ogni forma di agito criminale.
L’unico orgoglio che oggi posso esprimere è la certezza di essere uscito per sempre da quella logica deturpante, di aver trovato la bellezza del diritto, dei buoni sentimenti, del rispetto di ogni persona maturando un senso di gratitudine nei confronti delle Istituzioni, dell’Università Bicocca e anche del carcere di Opera che ha reso possibile il mio cambiamento e mi ha permesso di testimoniare all’esterno lo scempio della mia vita sperando almeno in questo di essere risorsa per una società sana e migliore. Grazie di vero cuore.
* Ergastolano detenuto a Opera

SOMALIA: 10 AL-SHABAAB CONDANNATI A MORTE NEL PUNTLAND
Il Tribunale delle Forze Armate del Puntland il 26 marzo 2023 ha condannato a morte dieci imputati dopo averli giudicati colpevoli di una serie di attentati e omicidi nello stato e di essere membri di Al-Shabaab.
I dieci uomini avrebbero commesso omicidi nella città di Galka'ayo, nella regione di Mudug.
I condannati sono stati identificati come: Adde Abdullahi Mohamed Ilmi, Abdiqani Saleeman Jama Saylor, Hassan Jama Mohamed, Mohamed Ali Ahmae Muse, Farhan Faisal Salad Hirsi, Abdullahi Faisal Hussein, Barkhad Awil Hirsi Nur, Liban Aden Muse, Abdiqani Farhan Abdullahi e Abdirahman Awil Mohamed.
Secondo il tribunale, gli uomini hanno ammesso di essere membri della rete terroristica Al-Shabab, tuttavia alcuni di loro hanno dichiarato di non aver preso parte agli attacchi. Gli uomini sono stati catturati dalle forze di sicurezza poche ore dopo uno degli attacchi.
Il tribunale militare ha concesso un mese di tempo per impugnare il verdetto.
Il Puntland è uno dei cinque stati della Federazione Somala.
(Fonti: Halbeeg News, 26/03/2023)

INDIA: RILASCIATO DOPO 28 ANNI DI CARCERE PERCHE’ COMMISE GLI OMICIDI DA MINORENNE
La Corte Suprema indiana il 27 marzo 2023 ha rilasciato un condannato a morte dopo aver scoperto che, nonostante fosse minorenne all’epoca del reato, era stato processato come adulto e condannato alla pena capitale.
Notando che ai sensi della Legge sulla Giustizia Minorile (Cura e Protezione dei Minori) del 2015 (Legge 2015) non si può essere soggetti alla pena di morte e la pena massima è di tre anni, il collegio composto dai giudici KM Joseph, Aniruddha Bose e Hrishikesh Roy ha emesso l'ordine di liberare immediatamente Narayan Chetanram Chaudhary, che è stato detenuto per oltre 28 anni.
Narayan era stato arrestato nel Rajasthan il 5 settembre 1994 per aver ucciso, insieme a due complici, cinque donne (una delle quali incinta) e due bambini a Pune.
Il tribunale lo aveva giudicato colpevole e condannato a morte nel 1998.
L'Alta Corte aveva confermato la sentenza, così come la Corte Suprema.
Una prima domanda di revisione era stata respinta. Successivamente era stata presentata una domanda ai sensi dell'articolo 9, paragrafo 2, della Legge sulla Giustizia Minorile del 2015, sostenendo che Narayan fosse minorenne all’epoca del reato.
Nel 2019, la Corte Suprema ha ordinato a un giudice istruttore del distretto di Pune di decidere sulla minore età del ricorrente e di inviare un rapporto.
"Il presente caso riflette l'atteggiamento gravemente letargico e negligente dello Stato... Tenendo presente la Sezione 9(2) della Legge, non abbiamo altra scelta che deferire la questione al giudice istruttore del distretto di Pune per decidere sulla minore età del ricorrente", ha detto la Corte Suprema nel 2019.
Il rapporto ricevuto dal giudice istruttore ha confermato la minore età del ricorrente al momento della commissione del reato.
Dai documenti dell’accusa, Narayan aveva 20 anni all’epoca del crimine.
Secondo il certificato di nascita rilasciato il 30 gennaio 2019, Narayan è nato il 1° febbraio 1982. Pertanto, alla data del reato, Narayan aveva 12 anni e 6 mesi.
Il certificato di nascita rilasciato all’epoca del processo riguardava invece un certo Niranaram.
Il rapporto ha rilevato anche altre discrepanze sulla sua età presenti in vari documenti.
(Fonte: Live Law, 28/03/2023)


EMIRATI ARABI UNITI: GRAZIATA ISRAELIANA CHE ERA STATA CONDANNATA A MORTE PER DROGA
Fida Kiwan, cittadina israeliana nativa di Haifa che era stata condannata a morte negli Emirati Arabi Uniti per traffico di droga, è stata graziata dalle autorità emiratine e autorizzata a tornare a casa, ha riportato il sito informativo Walla! il 25 marzo 2023.
La sua condanna a morte era stata commutata in ergastolo, ma a seguito degli appelli israeliani alla clemenza, la ragazza è stata graziata dal presidente degli EAU, lo sceicco Mohammed bin Zayed al-Nahyan, in onore del mese sacro del Ramadan, ha reso noto l’ufficio del presidente israeliano Isaac Herzog.
La stessa fonte ha aggiunto che la grazia è stata concessa a seguito di una richiesta dello stesso Herzog al Presidente emiratino, che ha acconsentito al rilascio come “gesto di buona volontà”.
La famiglia di Kiwan, ha aggiunto la dichiarazione di Herzog, sostiene che la ragazza fosse stata condannata perché "caduta vittima di un inganno".
Era stata arrestata a Dubai nel marzo 2022, due settimane dopo essere arrivata lì per motivi di lavoro, secondo Walla!
Era stata condannata a morte ad aprile per possesso di mezzo chilo di cocaina. La ragazza aveva dichiarato che la droga non fosse sua.
Nell'ultimo anno, gli avvocati israeliani di Kiwan, così come sua madre, suo fratello e sua sorella sono stati in contatto con l'ufficio del Presidente, insistendo sulla sua innocenza, ha detto Walla!.
Israele e gli Emirati Arabi Uniti hanno normalizzato le relazioni nel 2020 sulla base di accordi sostenuti dagli Stati Uniti, noti come Accordi di Abramo. Dopo l'arresto di Kiwan, i funzionari israeliani hanno affermato che la mancanza di procedure di estradizione nei rapporti bilaterali ha inizialmente reso difficile negoziare il suo rimpatrio.
(Fonti: Jpost, 26/03/2023)
 

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