Intorno a "Quando mangiavo ciliegie sotto spirito con Hitler" di Manja Präkels (Voland) - invio armi

 

Ne ho pieni i coglioni di libri con bambini superintelligenti o ambientati negli Appalachi o dopo la caduta del Muro e quindi ero un po' scettico a leggere questo romanzo che invece mi ha rapito sin dall'inizio. Lo si potrebbe definire un romanzo di formazione, in parte autobiografico, di un'adolescente che vive gli ultimi anni della DDR, con tutto quello che comporta (ideologia, penuria, censura, militarizzazione...) e poi, col crollo del Muro, tutti i cambiamenti traumatici che sono stati raccontati allo sfinimento ma l'autrice ha il dono di raccontare questi cambiamenti epocali e la difficile amicizia della protagonista Mimi con un ragazzino timido, Oliver, che a un certo punto diverrà Hitler per la sua deriva neo nazista come se fosse una favola dei fratelli Grimm. Non quelle edulcorate ma quelle vere, dure, insinuanti e pieni di pericoli, ferocia ma anche tanta bellezza. 

Le ultime righe sono bellissime.

Ma davvero.

Lo leggevo e intanto pensavo a mio zio Ezio, fratello di mia madre, che dopo la Liberazione litigava con tutti e tutte quelli che lui chiamava Vincitori. Per lui era crollato un mondo in cui credeva. Aveva solo 15 anni ma era il mondo che aveva conosciuto. Era un ragazzino di una famiglia poverissima che dal Fascismo aveva ricevuto qualcosa: lo sport, il mare, un briciolo di considerazione, di autostima.

E pensavo anche a una ragazza della DDR che conobbi anni fa che mi raccontò che quando crollò il Muro suo nonno andò a picchiare il figlio di una coppia russa che viveva poco lontano e lei che non ci capiva nulla.

E ho un'amica cubana, che sta morendo di cancro, che combatte per restare in vita fino al giorno che a Cuba risplenda finalmente la democrazia.

 ....


 Io l'ho firmata.

Se vi interessa andate qui. 

Commenti

  1. Questo libro dal titolo accattivante me lo segno: se ha scatenato tutte queste riflessioni significa che merita!

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