Libri e i miei parenti sotto il Fascismo

 

Ieri dopo il lavoro ho fatto un giretto e ho portato a casa questi libri. Ho già quasi terminato "La Stasi dietro il lavello" di Claudia Rusch (Keller Editore, traduzione di Franco Filice) e l'ho trovato molto bello e c'é stato un episodio, la protagonista che racconta barzellette vietate, che mi ha fatto pensare ai racconti dei miei nonni e dei miei parenti nati e cresciuti sotto la dittatura fascista e in particolare alla mia nonna materna, che aveva il padre socialista, che un giorno mentre lavorava nella fabbrica di scarpe si lascio' andare a raccontare barzellette su Mussolini ignara del fatto che la sua vicina di banco fosse una spiona fascista. Mi disse mia nonna "Non hai idea di come rideva". Mio nonno é stato un partigiano, il mio bisnonno un socialista convinto fino all'ultimo giorno di vita, molti dei miei parenti sono stati dei bambini e bambine durante il Fascismo e di quel periodo ricordano la guerra, le privazioni, la fame, la morte ma anche la semplice quotidianità di un bambino: le partite di calcio in cortile, le biglie, la scuola, i compagni di classe, la maestra stronza e quella buonissima, il ciclismo, i tuffi nel Lambro. Ricordo anche mio zio, il fratello di mia madre, che quando Mussolini fu arrestato pianse per la disperazione. Aveva 13 anni. Per lui Mussolini era quello che gli aveva fatto conoscere il mare e il Podestà che voleva molto bene a lui e al suo fratello Adriano che mori' l'anno dopo perché suonavano tanti strumenti ed erano dei veri Balilla. Un po' ingenuo lui, che si sentiva un Ardito e che niente aveva visto all'infuori della Dittatura.


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