Tovle Ditlevsen, una straordinaria scrittrice - piccole cose di cinema e esorcismo - Daughter


Non é stato facile per me terminare il romanzo finale della trilogia di Tovle Ditlevsen. Un romanzo straziante, scritto da Dio, bellissimo, durissimo, commovente, doloroso. Non é stato facile leggerlo perché sono sono stanco dentro e fuori. Da sempre ma in questo periodo mi piace dopo il lavoro abbandonarmi sul letto insieme alle nostre due gatte e non fare quasi nulla. E perché vorrei scrivere ma non ci riesco e forse nemmeno mi interessa ma mi ha sempre interessato scomparire e annullarmi. Lavorare tanto mi permette di annullare il dolore, di non pensare troppo a chi sono. Tenermi in movimento cancella l'ansia ma mi annulla. Riempirmi d'alcool mi stordisce e rallenta le ondate di dolore. Una morte in differita. 

Ma questo romanzo é bellissimo.

E questa scrittrice mi ha colpito nel profondo.

Anche perché ci somigliamo.

E perché mi ha confortato sulle pagine che vorrei scrivere.

 

"In quella cittadina c'erano cinque medici e Victor è andato subito a trovarli, vietando  loro di avere alcunché a che fare con me. Così, finalmente, mi è diventato impossibile procurarmi sostanze e piano piano ho imparato a adattarmi all'esistenza così com'era. Ci amavamo, e ognuno dei due sapeva farsi bastare l'altro e i bambini. Ho ricominciato a scrivere e, quando la realtà diventava un granello di sabbia nell'occhio, compravo una bottiglia di rosso e la smezzavo con Victor.  Ero stata salvata dalla mia annosa tossicomania, ma ancora oggi si desta in me quell'antica brama, non appena mi capita di farmi fare un prelievo di sangue, o di passare davanti alla vetrina di una farmacia. Non morirà mai del tutto, finché vivo."

....

Sto lavorando tanto ma al cinema accadono alcune volte situazioni strane che mi fanno sorridere.

Stanno proiettando un film del cazzo con un esorcista e tre giorni fa due giovani preti mi hanno avvicinato fuori dal cinema chiedendomi se il film é valido e se le scene di esorcismo sono credibili. Di questo film non so un cazzo e sono scoppiato a ridere. 

Uno dei due mi chiede se non sono credente. Gli rispondo che no, non sono credente ma che mio cugino Don Carmelo é un esorcista. Lo dico mentre sto scopando via le foglie dall'ingresso ma quando alzo lo sguardo li vedo sbalorditi, entusiasti.

Mi chiedono di lui. Lo conoscono. Vogliono il suo numero. Ansimano. 

Come se fossi il cugino di Roberto Baggio.

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bellissimo disco l'ultimo dei Daughter.



 

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