Due righe brevi intorno a "Ora dormono" di Alessio Cremonini (Einaudi) - molto bello l'album "The Last Remaining Light"

 


Mi sveglio sempre prestissimo e fra ieri sera e stamattina ho letto tutto "Ora dormono. Storia vera e immaginaria dei miei antenati tedeschi" di Alessio Cremonini (Einaudi Editore) e l'ho trovato molto bello. È la storia di una famiglia con due fratelli, Karl nazista convinto e Bruno con qualche segreto sulla coscienza, nonno della voce narrante di un'opera che si situa a metà fra romanzo e autobiografia di famiglia. Un libro che ha il pregio di non essere consolatorio, di non avere il timore di confrontarsi col Male che ha segnato la Storia ma anche i lineamenti fisici, il passato, il presente e il futuro di chi cerca di tessere i fili della storia di una famiglia segnata dal dolore, dalla caduta, dalla separazione.
 
 "Io rimango qui con lui. Non voglio udire le loro parole. Ho paura di conoscere la verità. Di avere la prova che Karl fosse al corrente dello sterminio degli ebrei, dei rom, degli omosessuali, dei portatori di handicap. Nonno, rispondendo a una mia domanda, mi assicurò che il fratello ignorava l'esistenza dei campi di concentramento. Me lo auguro, ma ne dubito. Eppure non posso dimenticare sono legato a doppio filo con Karl. Senza di lui, infatti, nonno sarebbe certamente morto nella battaglia di Stalingrado e io sarei rimasto per sempre un fantasma. Nemmeno mia madre, mia sorella, mio zio, mi nipote, mio cugino e mia figlia sarebbero nati. Siamo tutti qui grazie a un nazista. Anche il male produce generazioni." (pp. 92-93) 
 
Un romanzo che racconta di chi Nazista lo è stato sin dalla prima ora e fino alla fine quando tutto è crolalto, di chi ha vissuto sotto dittatura cercando di sopravvivere e di non farsi coinvolgere, di gerarchi fascisti, di complicità, di amicizie inaspettate, di una Milano che mi hanno raccontato dove restare vivi era diventata una questione quasi solo una questione di fortuna.
 
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