"Il fratello buono" di Chris Offutt (Minimum Fax, traduzione di Roberto Serrai)
Sono giorni difficili. Il ritorno al lavoro non è stato semplice. Tanta incertezza. Orari assurdi, giorni senza continuità. Colleghi ovviamente tesi. Futuro buio. E fa caldo. Se piovesse almeno il cinema si riempirebbe e invece questo (splendido) caldo rende la situazione ancora più complicata. Ed era per questo che avevo bisogno di un romanzo con una storia ben scritta. Qualcosa che mi trascinasse via ma senza intrattenermi. E "Il fratello buono" di Chris Offutt (Minimum Fax, traduzione di Roberto Serrai) ci è riuscito splendidamente. Ieri, giorno libero (strano non lavorare di domenica), mi sono alzato comunque prestissimo e mi sono messo a leggerlo finendolo. Solo dopo mi son preparato un'insalata. Dentro c'è tutto l'Offutt che amo: il Kentucky, gli Appalachi, gli uomini e donne da sempre ai margini del sogno americano considerati dei bifolchi, dei razzisti, delle teste vuote, i boschi dentro cui perdersi e ritrovare l'infanzia perduta, le faide familiari, gli echi della Guerra di Secessione, gli animali impagliati, le miniere abbandonate, i paesini prossimi alla scomparsa. Ma ci ho trovato anche un Montana di neve, invernali interminabili, riserve indiane, tavoli da poker, ricconi della California in cerca di svaghi, ranch in crisi dove Virgil, il protagonista di questa storia di cui non vi svelo nulla, si rifugia dopo aver cambiato identità. Un West dove si respira aria di libertà ma anche aria di insofferenza e ribellione verso lo Stato e le banche usurpatrici, che normano e tassano ogni aspetto della vita, che non rispettano (a sentir loro) la Costituzione americana. Come sempre Chris Offutt restituisce questi esseri umani in tutte le loro contraddizioni con uno sguardo carico d'amore, rispetto, comprensione ma che non evita di far emergere la follia delle loro idee cariche di razzismo, suprematismo bianco, violenza, complottismo, antisemitismo. Ci fa respirare insieme a loro, ce li fa guardare, vivere, accettare come esseri umani, come uomini e donne e bambini e bambine come noi e non come un freddo oggetto di qualche analisi sociologica in vista di una tornata elettorale o oggetto di scherno in qualche chiacchierata da bar mentre si sta con gli amici intellettuali, di sinistra, scrittori, borghesi, che hanno visto il mondo e che sanno tutto di tutto e che ti guardano dall'alto in basso se entri nel locale con i vestiti sporchi di fango o letame.
Un romanzo toccante e con un epilogo ti fa scivolare negli abissi.
(Nota, da associare a questo libro ci sarebbero tanti spunti ma vi consiglio un film che vidi da ragazzino che si intitola "Betrayed - Tradita" di Costa-Gravas)
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