"Le divoratrici" di Lara Williams (Blackie Edizioni, traduzione di Dafne Calgato e Marina Calvaresi)

 

"Preparare la carne è sempre un atto di forza fisica. Battere una costata di manzo con il mattarello. Sminuzzare un taglio di cotenna di maiale. Allo stesso tempo, c'è anche qualcosa di inevitabilmente impulsivo. Se hai mai cotto un'oca alla girglia - se le hai mai schiacciato lo sterno con tutto il tuo peso, sentendolo collassare e appiattirsi, con le ossa che si ridispongono sotto i tuoi palmi - saprai di cosa sto parlando. Siamo tutti capaci di crudeltà. A volte immagino di tenere una fettina di roastbeef sulla lingua: la carne rossa del mio corpo che culla la carne di qualcos'altro. Capisco perché esiste un mercato per gli hamburger vegetariani che sanguinano." (pp. 103-104)

Non ho parole per esprimere tutte le sensazioni che ho provato leggendo il romanzo d'esordio di Lara Williams "Le divoratrici" (Blackie Edizioni, traduzione di Dafne Calgato e Marina Calvaresi): emozionante, pantagruelico, femminista, liberatorio, debordante, commovente, lacerante, scritto da Dio. 325 pagine che hanno segnato la domenica appena trascorsa. Un romanzo che racconta di donne alla ricerca di spazio, di vita, di parole, di corpi, di rispetto, di giorni. Di Roberta, corpo violentato e deriso, che combatte per affermare se stessa, per trovare un sorriso, per non affondare. Donna che cucina, che insieme a Stevie e altre donne fonda il Supper Club, un collettivo di donne stanche di sentirsi cosa devono essere, che ruolo occupare, quanto devono mangiare e cosa mangiare, quando devono parlare e cosa dire e quando stare zitte e quando essere disponibili, quando sorridere, quando ingrassare e quando dimagrire, quando sposarsi e fare figli, quando divertirsi, quando abbassare gli occhi, quando farsi scopare e stuprare e che decidono di occupare spazio, di lasciarsi andare, di confessare le proprie paure, di amare chi si vuole, di piangere e sorridere in libertà, di frantumare relazioni tossiche per preservare la propria dignità e un futuro migliore.

"Perché niente fa più paura di una donna che mangia e scopa con abbandono." (pag. 181)

Un romanzo affamato di vita e libertà.

Un romanzo che vi metterà addosso voglia di cucinare, di vestirsi come vi pare, di mangiare quel cazzo che volete, di volervi bene, di sentirvi per quello che siete o quantomeno di non vergognarvi di quello che non siete.

Un romanzo sul dolore che vi rovina da dentro, che vi ruba le parole, i nervi, le giornate, gli affetti, che diventa cancrena, che vi rende rispettabili e ben inseriti.

Un romanzo che è un cuore che torna a battere dopo anni e anni di silenzio.


(Teenage Riot)

Commenti

Post più popolari