"I dannati della gogna" di Ermes Antonucci (Liberilibri) + Ciao Silvio, mi dispiace davvero

 


Dobbiamo soltanto comprendere che non vi sarà rimedio a questa inerzia se non si recupera finalmente un principio di responsabilità del magistrato per i suoi atti giudiziari. Responsabilità almeno professionale, valutata cioè al momento degli avanzamenti di carriera. Oggi questo elementare principio è precluso da un sistema di valutazioni professionali positive al 99,6 percento, dunque inesistenti. La partita si gioca lì. Un potere pubblico irresponsabile rappresenta un irrimediabile squilibrio democratico. Le testimonianze di queste dolorose storie di innocenti segnati dai morsi feroci della gogna mediatica siano lievito perché cresca una nuova consapevolezza sulla strada da percorrere per il loro riscatto.” (pag. XIII)

Sono le parole che chiudono la prefazione di Gian Domenico Caiazza dell'intenso, necessario, bellissimo libro di Ermes Antonucci “I dannati della gogna. Cosasignifica essere vittima del circo mediatico-giudiziario”(Liberilibri). Parole quelle di Caiazza che condivido anche se so benissimo di far parte di quella ristretta schiera di garantisti a tutto tondo e non a giorni alterni o a seconda del colore politico, del reato, del cognome, dell'antipatia, dell'opportunità della provenienza dell'innocente fino a prova contraria e che detesta con tutto il suo cuore un certo modo di intendere la giustizia, la politica e quel giornalismo spazzatura che condanna, mette alla gogna, incatena salvo poi fregarsene di assoluzioni, rettifiche, scarcerazioni.

Chiunque di noi può cadere vittima del meccanismo infernale della gogna, ma allo stesso tempo chiunque di noi ne può essere artefice o spettatore passivo. Alimentiamo la gogna quando partecipiamo alla vasta opera collettiva di colpevolizzazione anticipata nei confronti di indagati e imputati. Quando postiamo sui social network dei commenti indignati in cui chiediamo di sbattere qualcuno in galera e di buttare via la chiave. Quando acquistiamo giornali e guardiamo programmi televisivi che traggono la loro linfa vitale dalla diffusione di accuse ancora da accertare e di dettagli intimi delle vite private delle persone coinvolte. Quando diamo credito a esponenti politici che, pur di raccattare una manciata di voti in più, non esitano a esprimersi su vicende di cronaca sventolando la forca. Alimentiamo la gogna quando, di fronte alla notizia di una persona indagata o arrestata, nella nostra mente si fa spazio un pensiero: “Beh, però se giornali e tv ne parlano qualcosa avrà fatto.” (pp. 6-7)

Gran parte di queste venti storie (e mi piace elencarli tutti questi uomini e donne perché in tanti storceranno il naso a leggere i loro nomi: Giovanni Novi, Calogero Mannino, Pio Del Gaudio, Clemente Mastella, Diego Olivieri, La Casa Ddi Giobbe, Giulia Ligresti, Andrea Bulgarella, Mario Mori e Giuseppe De Donno, Ludovico Gay, Maurizio Lupi, Francesco Bellavista Caltagirone, Rocco Loreto, Vincenzo Basentini, Giorgio Mulè, Massimo Comito, Paolo Cocchi, Sandro Gozi, Andrea Torino, Roberto Giannoni) raccontate da Ermes Antonucci le avevo lette su Il Foglio (altre sono uscite su Tempi e Il Giornale) e sono storie di persecuzione, di carcere, di accuse infamanti, di gogne mediatiche, di crolli psicologi, di carriere finite, di credibilità persa, di lutti e rileggendole una dietro l'altra mi sono saliti il magone, una grande incazzatura e anche una certa solitudine perché proprio ieri mattina ero in Italia e fra bar e chiacchiere con mio padre ho respirato un'aria di merda, giacobina, furibonda, grillina, travagliesca, forcaiola e pensare che lui e altri si reputano di sinistra. C'è sempre quell'idea che se ti hanno accusato di qualcosa è perché in fin dei conti qualcosa l'hai fatto. Sei colpevole a prescindere e il marchio ti resta a vita. Come quando esci dal carcere. Anche se hai scontato i tuoi anni e hai cominciato un percorso nuovo devi sempre chiedere scusa e per tantissimi sei sempre quello di prima. Non che non esistano colpevoli, esistono eccome ma è tutto il sistema giustizia che è marcio dalle fondamenta e basta vedere cosa è successo recentemente al Csm e ne scriveva bene ieri Davide Giacalonesu La Ragione. I referendum sulla giustizia sono solo un primo timido passo anche perché riformare la Giustizia (separazione delle carriere e responsabilità dei magistrati, per esempio) e Carcere in questo paese è quasi praticamente impossibile e ogni svolta garantista è subito osteggiata e accusata di essere al servizio dei potenti, dei politici, della mafia o di chissà cos'altro.

Leggetele queste storie, vi sentirete all'inferno e pregherete di non finire anche voi in qualche inchiesta.

La pesca a strascico è un metodo che consiste nel trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare per catturare ogni pesce, mollusco e crostaceo che si trova durante il percorso. Anche la giustizia italiana, a volte, sembra usare questo metodo. Andrea Torino, giovane brindisino di 28 anni, è uno dei pesci finiti involontariamente nella rete della malagiustizia, per poi essere rigettato in mare con la vita stravolta.” (pag. 123)

E pensavo a mio nonno finito anche lui, ormai quasi 75 anni fa, nel tritacarne giustizia. Era innocente ma quel marchio gli è rimasto addosso per tutta la vita. Mia nonna era incinta e abortì per lo stress. Mio nonno era già uscito distrutto dalla guerra ma quell'evento lo costrinse ad abbandonare il suo lavoro da ragioniere che li piaceva tantissimo e a tornare a occuparsi esclusivamente dell'albergo di famiglia. Ricordo uno stronzo comunista che mi diceva sempre: “Ma tuo nonno sai secondo non la contava mica giusta....” e io che gli rispondevo “Leggiti pure la tua Unità di merda”. È morto nel 1993 mio nonno ma me lo ricordo disgustato da Mani Pulite, dall'informazione. Quasi smise di leggere i giornali, lui che leggeva tre giornali tutte le mattine. Tutte quelle notizie gli facevano risalire l'umiliazione provata, la solitudine, i presunti amici che lo avevano abbandonato, i clienti che bisbigliavano, l'orrore delle manette, delle perquisizioni, degli interrogatori. Una volta mi disse: “Anche se sei colpevole, rimani sempre un essere umano”. 

 

Finalmente dopo più di sei anni si è arrivati alla verità”, dichiara Giulia Ligresti agli organi di informazione commentando la sentenza. “È stata durissima ma non ho mai smesso di lottare e di avere fiducia nella giustizia nonostante la violenza di essere stata messa in carcere, con tutto ciò che ne consegue, da innocente. Troppo spesso, in nome della giustizia si commette la più grande delle ingiustizie: togliere la libertà a un innocente e abbandonarlo alla gogna mediatica.” (pag. 52)

....

 

Ciao Silvio, 
mi dispiace che la tua corsa al Colle sia fallita. Sono giorni che lo ripeto che mi sarebbe piaciuto averti Presidente della Repubblica solo per una settimana. Una settimana e basta (e non ti ho mai votato e mai lo faro') ma la tua elezione avrebbe fatto incazzare un sacco di persone che mi stanno proprio sulle palle, tipo il giro del Fatto Quotidiano, il popolo viola, le anime della sinistra dura e pura, i filosofi e gli intellettuali giusti, i commentatori, le anime belle e anche mio padre. Magari era la volta buona che mio padre trovava il coraggio di trasferirsi in Portogallo, fingendosi esule antiberlusconiano. Avresti anche permesso a un sacco di persone di sinistra  e non solo che non fanno che parlare da anni di antifascismo, Resistenza, lotta dura, scioperi di sentirsi anche solo per una settimana dei Partigiani, dei prigionieri politici, degli esuli che fuggono in Svizzera o negli Stati Uniti per non finire nelle carceri di Mediaset. E sai quanti soldi avresti fatto fare a tutti quei giornali, trasmissioni televisive, case editrici scrittori, scrittrici, opinionisti, disegnatori, pittori, attori? Altro che legge Bacchelli per aiutarli durante la vecchiaia, in tanti avrebbero fatto soldi a palate garantendosi l'eternità.
A me dispiace anche di non vedere per un giorno la tua bellissima compagna Marta Fascina muoversi come una principessa nelle stanze del Quirinale.
Anche la tua carriera politica mi sa che si sta concludendo e a questo punto mi chiedo cosa ne sarà di Forza Italia e di Licia Ronzulli 
 

o di Mara Carfagna.
Saranno finalmente libere di fare veramente il loro cammino? Potrà nascere una Destra decente come quella che esiste in altri paesi? E anche un agglomerato veramente liberale?
Me lo auguro.

Un abbraccio e buone giornate


Commenti

  1. Non so se in questo paese nascerà mai una destra decente. Pasolini scriveva, in Scritti Corsari, che per tutta una serie di motivi in questo paese la destra sarà sempre rappresentata da un becero e cieco antifascismo e da una Democrazia Cristiana (Pasolini scriveva queste cose negli anni Settanta) intrinsecamente più fascista del fascismo stesso. Immagino che se fosse vivo oggi, rivolgerebbe queste accuse al debordante, ottuso e demagogico populismo di stampo berlusconiano e meloniano/leghista (per non parlare dei 5*, naturalmente, ché quelli a populismo non li batte nessuno).

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    1. Ci sono state tante possibilità in questi anni di far nascere un centro destra moderato o comunque una destra di tipo europeo. Lo stesso programma originario di Forza Italia era un classico programma di centro destra liberale e liberista ma il problema è la costante presenza di Berlusconi e delle sue televisioni che ha tolto ogni possibilità di rinnovamento e anche una sorta di continua esteneante guerra fra berlusconiani-antiberlusconiani, etc etc etc che dura da troppo e poi ancora infinite discussioni su comunismo, fascismo e non se ne esce mai e poi mai. Conosco tantissime persone di destra o centro destra, liberali, conservatori che non voteranno mai a sinistra ma che non si ritrovano nemmeno nel centro-destra attuale ma anche solo per essere non di sinistra vengono sempre considerate piu' o meno dei fascisti. Da Radicale sono davvero stanco di questa situazione e onestamente ad oggi, votare un'alleanza PD-Cinque Stelle non fa per me e ovviamente non voterei mai per le formazioni a sinistra del PD e su molte posizioni che mi stanno a cuore ormai a sinistra non trovo quasi piu' sponde. Qui in Svizzera invece la situazione è piu' chiara, con schieramenti e posizioni ben definite e la grande risorsa dei referendum.

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    2. x farti capire, io in Francia voterei per Macron, in Germania per i liberali, qui in Svizzera per i liberali o i verdi liberali, in Inghilterra non so. In Europa se si dovesse votare domani voterei per l'alleanza +Europa (di cui faccio parte) e Azione.

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  2. io non so chi sia quella tizia che accompagna Berlusconi, ultimamente ne vedo una con lo sguardo talmente in fissa che mi sembra fatta, certamente una giovane e bella deve strafarsi per stare con un vecchio bavoso.

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    1. Marta Fascina, è una deputata di Forza Italia veramente bella oppure boh, non si capisce bene. Sarebbe stato bello vederla aggirarsi con quei suoi capelli biondi per le strade di Roma e del mondo intero. :)

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    2. C'è un tuo messaggio che è scomparso che dice che non è tanto bella. A me non dispiacerebbe berci qualcosa assieme. :))))

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    3. https://www.ilriformista.it/chi-e-marta-fascina-la-deputata-di-forza-italia-e-fidanzata-di-silvio-berlusconi-275136/

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  3. grazie del link ma non lo leggerò, che mi frega di quella?
    ognuno di noi è libero di farsi del male quanto e come crede, e penso che una di 31 anni che sceglie, pur avendo altre prospettive, di stare un un vecchio di quasi 90 anni, si faccia del male.
    insomma, se fosse mia figlia, (hanno la stessa età) butterei via la testa a chiedermi dove ho sbagliato e a dubitare di uno scambio di culla.

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    1. ah ah ah ah ah, beh, potrebbe sempre scegliere (la Fascina) un prossimo 43enne come me :))

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    2. ti piacciono così tanto le fascine? se fossi tua moglie ti darei una fascinata in testa!

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