"Il sistema" di Ryan Gattis (Guanda, traduzione di Katia Bagnoli)

 


Un romanzo che ho letto cercando di non pensare troppo a tutta una serie di persone, a me stesso, a tutte le cazzate che avrei potuto  commettere, alle galere e ai volti e storie di chi è finito, ai giudici, ai magistrati, alla povertà, alla mancanza di alternative. 

"Il sistema" di Ryan Gattis (Guanda, traduzione di Katia Bagnoli) ve lo dovete piazzare a Los Angeles, 1993. Un anno dopo la rivolta che ha messo a ferro e fuoco la città. Ma ve lo potete anche piazzare vicino a casa vostra, alla vostra stanza, a dove vivete. Dentro alle vostre sicurezze. Alle vostre aspettative. E poi prendete una spacciatrice, Scrappy, che viene quasi uccisa per un regolamento di conti. E un eroinomane che assiste alla sua quasi esecuzione. E da allora un'escalation di eventi impossibile da fermare. Perché le strade sono feroci. Perché c'è tanta falsità, bellezza, codici, linguaggi, suoni e tanta di quella violenza che non fa sconti a un cazzo di nessuno. Perché per farti una ragazzina, anche se sei uno sceriffo, sei disposto a nascondere dentro alla sua stanza un'arma per fottergli quello che pensi che sia ancora il suo fidanzato. Perché i tuoi migliori amici cambiano, si stravolgono, diventano quello che mai avrebbero pensato di diventare. E chi sono i tuoi amici? Ma davvero: chi sono i tuoi amici fra le sbarre, quando ti mandano un messaggio per far secco quello o quell'altro ancora e conquistare una posizione dentro a un carcere o fuori, fra le strade, dove magari tutti ti considerano un finocchio, una merda umana? E chi sei tu che vuole condannare qualcuno e non sai come fare? E intorno a te il sistema va avanti mai sazio di vittime, colpevoli, occasioni. 

Ryan Gattis restituisce l'affresco vivo e crudissimo di una città ferita, tossica, distrutta, dove la droga scorre a fiumi, avviluppata in una interminabile guerra di gang ma anche di una giustizia ingiusta, di un sistema carcerario fallito e criminale e che costruisce nuove vittime, nuove ferite, nuovi disastri. E lo fa con una galleria indimenticabile di personaggi: Angela, che cerca di uscire dalle strade studiando come assistente infermiere e che cede all'amore di chi vuole solo approfittarsi di lei; Dreamer, ingiustamente accusato di aver partecipato a un omicidio, e che cerca disperamente di capire come sopravvivere violenza di cui lui stesso diventa partecipe una volta in carcere; Wizard, un ragazzo di strada, cugino di Angela, che punta in alto, vuole diventare una star della gang e che quando finisce dietro le sbarre per aver sparato capisce che è il suo momento per salire in vetta ma anche per difendere la persona che gli sta vicino; Augie, il tossico che assiste alla sparatorio, uno che ormai è sposato per tutta la vita all'eroina e che in cambio di una dose è disposto a raccontarti tutto quello che vuoi; l'agente Petrillo che ne ha pieni i coglioni del dilagare della violenza e della droga per le strade di Los Angeles ma che sa bene come usare quel distintivo per godere dei favori di tutte le donne che incontra; e senza nominarli tutti arrivo ai due personaggi che mi hanno commosso in questo libro, un fratello e una sorella: Little, omosessuale, che cerca di tenersi alla larga dalle gang ma che quando il suo amico Dreamer viene sbattuto dietro le sbarre decide di aiutarlo a qualunque costo scoprendo quanto gli piaccia avere potere, disporre degli altri, gestire la violenza e Jimena, la perla di questo de "Il sistema", la ragazza fragile, scossa dalle convulsioni, che prova un amore infinito per Dreamer, quell'amore puro, che ti porti dietro per tutta la vita, quello che ti sta vicino a tavola, che ti arriva quando sei a pezzi, quello che non chiede niente in cambio.

Ecco, questo romanzo è quella roba lì e me lo tengo stretto.

Perché poi la vita è come questo romanzo si chiude.

Orribile.

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