intorno a "Morsi" di Marco Peano (Bompiani)

 

L'ho letto tutto ieri "Morsi" di Marco Peano (Bompiani) e peccato per quelle venti, trenta pagine in piu' e alcuni snodi della trama un po' troppo prevedibili (la nonna lo si capisce perfettamente sin dall'inizio cosa nasconde...) ma l'ho trovato comunque un gran bel romanzo di formazione che mescola toni horror, cannibaleschi, fiabeschi, innevati (e l'elemento che mi ha fatto piu' paura in questo romanzo è proprio la neve). Un romanzo che racconto  di famiglia, fallimenti, montagne, scuola e di malattia. Da regalare assolutamente a un adolescente.

E che cos'è secondo voi la malattia? Un virus? La civiltà? La medicina? Il progresso? La famiglia? La scuola? Il lavoro? L'essere umano? Il lavoro? 

E il Male? E il male cos'è? E l'orrore? Siete mai stati responsabili di qualche gesto che vi fa ancora vergognare di voi stessi e che non vi fa dormire? Io si'. Ne ho parecchi di questi gesti e mi vergogno di quello che sono stato e che sono ancora oggi perché le ferite te le senti sempre addosso.

E io sono d'accordo con la chiusura del libro: crescere è davvero un orrore. Anche se l'infanzia e l'adolescenza sono state una vera merda per me. 

E ho pensato tantissimo alla mia nonna materna che in tanti pensavano fosse una strega.

Forse perché era una lesbica, forse perché aveva i capelli lunghi due metri e mezzo, forse perché femminista ante-litteram, forse perché progressista e insieme cattolica.

E ho pensato anche a quanto mi piace The Walking Dead e a un film bellissimo che è "Lasciami entrare" di Thomas Alfredson:


 


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