"Serge" di Yasmina Reza (Adelphi, traduzioen di Daniela Salomoni) fra i miei libri del 2022 + sulle dimissioni di Draghi

 

 "Riprendiamo a girovagare nei vialetti del campo. Ricordati. Ma perché? Per non rifarlo? Ma lo rifarai. Un sapere che non è intimamente in relazione con sé è vano. Non ci si deve aspettare niente dalla memoria. Questo feticismo della memoria è un simulacro. Quando il presidente aveva compiuto la sua ineffabile itineranza memoriale, un tassista me l'aveva riassunta così: "Ieri sera ho visto il servizio da Verdun. Gli dicono quindicimila morti sotto i vostri piedi, con le budella di fuori! I turisti estasiati. Ci vanno con i figli: il nonno ha combattuto per te. Per me? E come faceva a conoscermi? dice il bambino". Questi onnipresenti filari di pioppi! Probabile che in inverno offrano lo spettacolo di un'aridità più dignitosa. È pulita questa caserma, geometrica, ben tenuta. È un museo. Un quadrato di limbo riorganizzato a beneficio del visitatore contemporaneo. Un nobile gesto che opacizza

 

Yasmina Reza è una bravissima e bellissima scrittrice e "Serge" (Adelphi, traduzione di  Daniela Salomoni) entra con prepotenza fra i miei libri dell'anno. Romanzo sulla morte, sull'Olocausto e sull'Olocausto ridotto a un tour turistico per scattarsi foto davanti ai forni crematori (straordinarie le pagine ambiente nel campo di Auschwitz dove la famiglia Popper si reca in visita per cercare di fare i conti col proprio passato di cui sanno poco o nulla e che mi ha fatto ricordare la mia amica israeliana che dopo dieci minuti che era dentro scelse di andarsene per non trascorrere il tempo con le carovane di studenti...), sull'ossessione del ricordo, sull'ipocrisia del ricordo, sulla famiglia che si sfalda ma che cerca disperatamente di restare unita. Ma soprattutto sulla morte. La morte, la decadenza fisica, la demenza senile, il tumore. E la Reza lo fa facendoci sorridere e mettendoci costantemente alla berlina e costruendo attraverso la voce di Jean, il fratello di mezzo, la bellissima figura del fratello maggiore: Serge, scorretto, petulante, rompicoglioni, senza soldi, traditore, pantagruelico, insofferente a tutto cio' che riguarda il passato e le tragedie del mondo e fustigatore dei vizi altrui, del buonismo e del mondo di sinistra bio incarnato dalla sorella Nana, da suo marito mezzo no-global e dal nipote Victor.

Reza è scorretta, libera e liberatoria, urticante, devastante nel descrivere, grazie anche dei fantastici dialoghi chi siamo noi piccoli esseri umani rompicastole e il mondo del cazzo e ipocrita in cui stiamo vivendo. Non rispetta nulla. Non si mette paletti. E scrive da Dio, cazzo come scrive bene la Reza.

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Le dimissioni di Draghi erano scontate e per fortuna che si va alle elezioni altrimenti avremmo vissuto mesi da incubo fatti di veti, dirette Mentana, sondaggi, editoriali travagliaschi, dispacci di quel cretino di Di Battista. Già si comincia a sentire il nauseabondo ritornello sull'unione a sinistra per difendere il Paese dall'arrivo delle destre. Non ne voglio sapere dei Cinque Stelle, dei loro esuli e scissionisti di ogni colore e facci,a Bersani, Speranza, di questo Pd, di Conte.

Personalmente sto cercando, nel mio piccolissimo, di dare un contributo alla federazione di +Europa e Azione che sta lavorando, con la garanzia della Fondazione Luigi Einaudi (il presidente Giuseppe Benedetto sta facendo un lavoro immane per cercare di contenere la litigiosità) e altre persone, a costruire un polo liberaldemocratico che si presenti da solo alle prossime elezioni.

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tornato in botta per questo bellissimo disco.

 

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