I genitori e i ragazzini di oggi; PJ Harvey; Sanna Marin

 

Lo so che la società di oggi è molto più complessa (ma potrei azzardare un gigantesco forse) di quella che ha conosciuto da bambino e ragazzino uno come me nato nel 1979 ma ieri ho letto su un social lo sfogo di di una madre (che presumo sia della mia generazione) arrabbiata per quanto accaduto a sua figlia bullizzata da un ragazzino più grande. Avrei voluto commentare ma non l'ho fatto perché sarei passato per un pazzo furioso. Non ho commentato perché se penso a cosa accadeva nel nostro cortile anni '80 e 90 dello scorso millennio tante mamme e padri di oggi chiamerebbero purtroppo la polizia. 

Quanti problemi, risse, parolacce, bestemmie, sassi, insulti, amore, guerre e spesso le ragazzine le più furiose di tutti. Quante volte ho sentito: Tua madre è una troia, Siete tutte delle puttane, Figlio di buttana, testa di cazzo, bocchinaro, pezzo di merda, succhiami il cazzo, baciami il culo, leccaculo del cazzo, frocio del cazzo, fatti le seghe che è meglio, baciami il culo terrone e tanto, tanto altro, Gli adulti che ci odiavano per il casino che facevamo. Per tutti i garage rovinati a colpi di pallone e incisioni con chiodi. Le piante sdradicate per trasformarle in barricate. Le liti furiose con le casalinghe perbeniste, pettegole, rompicoglioni che ci lanciavano secchiate d'acqua e facevano le spie ai nostri genitori proprio come oggi.

Io ero fra i più timidi e sfigati. Il frocetto o il tubercolotico a caso, il cazzetto piccolo, il fantasmino. Oggi, chissà quanti ci costruirebbero sopra una storia edificante. Che due coglioni.

Ormai ho 43 anni, non ho mai smesso di odiare l'asilo e la scuola e di essere insofferente verso le istituzioni e verso tutti quei genitori noiosi, opprimenti, giusti e continuo a pensare che è stato un vero sballo non avere avuto quasi mai fra i piedi i miei genitori quando ero un bambino e un ragazzino e che non cambierei nulla di quei giorni. Niente di niente.



È stata durissima ma bellissimo, intenso, feroce e mi porto dentro tante ferite (non è stata facile) ma ricordo ancora con gioia quando mia sorella si mise a picchiarmi con un bastone in cortile perché le avevo distrutto la sua Barbie preferita e gli adulti non c'erano e i bambini e la bambine intorno gridavano, sorridevano, mi difendevano e il giorno dopo era un altro giorno. 

Non c'erano i cellulari, lo so.

C'erano gli stronzi, i cattivi, i violenti, i buoni, i timidi, i silenziosi ma tanta tanta vita, fisicità e tante tante stranezze.

Sulla mia mano sinistra c'è un buchetto che col tempo si è fatto quasi invisibile. Risale proprio a quell'epoca, quando venni fatto prigioniero dalla banda avversaria e fui torturato con un cespo di rovi e mi trovai le mani piene di spine. Salii in casa e mia madre mi aiutò a toglierle ma una era talmente conficcata in profondità che mi fece infezione e mi rimase questo buchetto. 

Mi chiese cos'era accaduto. Stavo malissimo, le mani gonfie e fra le lacrime m'inventai una balla gigantesca su una mia caduta rovinosa in bici dentro ai rovi. 

Lei sorrise.

Fu quel sorriso che mi diede la forza di tornare in cortile il pomeriggio successivo con un bel libro. 

Nessuno venne a rompermi i coglioni. 

E poi cos'è stato di tutti i noi?

Quello che succede a tutti e tutte.

Ovunque. 

Da sempre.

....

 


E che grande che è Sanna Marin mentre in Italia si pensa alle manifestazioni per la pace e l'appoggio a Putin. 

Commenti

Post più popolari